Contributo di Fulvia – Studentessa di medicina e attivista del LSP

Il LPS nasce nelle idee nel 2018 e apre le sue porte nel 2019. Le nostre attività si sono strutturate in itinere, sulla base delle richieste e delle esigenze delle persone intercettate. All’attivo, ogni lunedì siamo alle Cucine Popolari in Bolognina (che, in tempo di pandemia, hanno allargato il loro servizio a cinquecento persone al giorno), ogni mercoledì sera usciamo con le staffette solidali e incontriamo quasi trenta persone senza fissa dimora e l’ambulatorio del venerdì sera conta ormai cinquanta cartelle di persone che seguiamo a lungo termine. Queste attività ci hanno reso evidente la distanza strutturale del SSN dalle persone, non solo delle persone con fragilità ma anche da quella delle persone che, come noi, hanno gli strumenti per rivendicare i propri diritti. Il ruolo più importate su cui ci stiamo impegnando è quello di essere un nodo centrale della rete per l’orientamento ai vari servizi del territorio cittadino di Bologna che lavorano in parallelo ma difficilmente comunicano tra di loro ed è in questo che il nostro lavoro di territorializzazione si concretizza, in un luogo fisico in cui la rete diventa veramente connessa. La presa in carico del nostro ambulatorio è multidisciplinare, non solo dal punto di vista bio-medico (e su questo ci teniamo a citare il nostro sportello psicologico, che è rimasto all’attivo anche durante la pandemia) ma anche in senso lato, rimanendo in rete con gli sportelli per il lavoro e per la salute riproduttiva e con la scuola d’italiano. Come professionist* di salute, con i privilegi legati al nostro lavoro, in tutti gli spazi che attraversiamo, abbiamo iniziato a mettere in discussione le modalità con cui reiteriamo meccanismi oppressivi (razzisti, di genere e di classe) con l’obiettivo di creare un rapporto orizzontale, autentico e trasformativo con le persone che incontriamo. Nel fare questo, si è reso indispensabile decostruire il nostro sapere accademico e imparare ad integrarlo con la conoscenza acquisita tramite la mappatura delle realtà del territorio. Sulla base di questo processo, abbiamo sentito la necessità di prendere parte in modo attivo al percorso collettivo dell’Assemblea per la Salute del Territorio. L’assemblea nasce durante la seconda ondata della pandemia con l’obiettivo di coinvolgere la partecipazione della cittadinanza nella messa in discussione dell’efficacia dei servizi socio-sanitari di Bologna.
Ci teniamo a dire che saremo parte attiva nella stesura dalla Carta della Salute di Bologna, cercando di coinvolgere tutte quelle realtà che, dal basso, costruiscono come noi.

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